Di primo acchito, il mercato di Facebook e la pubblicità nei motori di ricerca sono simili.
In entrambe le piattaforme, l’operatore pubblicitario fa un’offerta per uno spot, compete con la concorrenza per il livello di impression, per poi pagare a quella piattaforma un CPC per ogni click.
Queste somiglianze sono d’aiuto a quei marketer a cui viene continuamente chiesto di gestire le campagne su Facebook.
Tuttavia, vi sono delle sostanziali differenze tra Facebook e i motori di ricerca che possono essere categorizzate in:
- obiettivi strategici
- gestione tattica delle campagne
Anche se potremmo parlare per anni sulle diverse strategie pubblicitarie di Facebook, preferisco focalizzarmi sull’Ad Fatigue.
Cos’è l’Ad Fatigue?
Il marketing è solo un tipo di pubblicità “a pressione” e, se da un lato abbiamo i ricercatori che dichiarano cosa cercano, dall’altro abbiamo i marketer che mostrano la pubblicità corrispondente.
I tipici utenti di Facebook non cercano un prodotto o un servizio, ma l’interazione con la piattaforma stessa, con la conseguenza che sono meno portati a cliccare sulla pubblicità.
Questa differenza porta a due effetti:
- I CTR degli annunci Facebook sono più bassi di quelle dei motori di ricerca.
- I tuoi annunci Facebook Ads potrebbero essere meno efficaci nel corso del tempo se verranno mostrate ripetutamente a un utente.
Qui, l’Ad Fatigue non dipende tanto dalla ricerca, perché il funnel cambia continuamente e gli utenti sono spinti all’acquisto del prodotto in questione, ma dato che essi vedono apparire la pubblicità molte volte, possono stancarsi prima di fare un acquisto.
Cosa dicono i dati in proposito?
Mentre l’offerta era sempre la stessa, il numero dei click che ha ricevuto è sceso del 30% in due settimane: quindi è questo che fa Ad Fatigue? Sì e no.
Se fosse solo “colpa” dell’Ad Fatigue, il numero dei click scenderebbe proporzionalmente al CTR dato che gli il numero degli utenti che cliccherebbero sulla pubblicità scenderebbe comunque.
Il grafico mostra che il CTR non diminuiscono, anzi, perciò deve esserci qualcos’altro.
Uno sguardo più attento alle impression mostra che la diminuzione dei click è legata alla diminuzione delle impression, il che non dipende dall’utente, ma da Facebook stesso, il quale decide quando una pubblicità diventa datata e deve quindi essere messa all’asta, con la conseguenza che le impression globali cadono a picco.
Consigli per combattere l’Ad Fatigue
Mentre le cause sono ancora da discutere, le conseguenze dell’Ad Fatigue sono chiare.
Se abbandonate a se stesse, gli annunci Facebook diminuiranno la loro performance, ecco quindi alcuni consigli per fronteggiare il problema:
- Investi molto nella performance degli annunci e meno nei test. Perciò, quando ne identificherai i vincitori, metti in pratica ciò che hai imparato nella performance di quelle campagne.
- Aggiorna il tutto una o due volte a settimana, così, se vedi che le tue impression o i tuoi click scendono con la stessa offerta, potrai cambiare l’annuncio.
- Testa gli annunci sistematicamente basandoti su tre cose fondamentali, l’immagine, il messaggio e i dati demografici, combinandoli fra loro.
- Diversamente dalle ricerche, testare sistematicamente le pubblicità su Facebook potrebbe essere un problema in quanto esso non ti permette di fare continue rotazioni coi dati demografici.
Per ovviare a questo problema, puoi farlo con pubblicità differenti e con diversi budget in modo che potrai capire meglio qual’è il tipo di combinazione sul quale vuoi investire.
Questi consigli ti aiuteranno a ottimizzare i tuoi annunci Facebook Ads e a combattere Ad Fatigue 😉 .
Hai mai sofferto di Ad Fatigue anche tu? Come sei riuscito ad ovviare al problema?
Scrivicelo qui sotto nei commenti!